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I setti livelli del campo energetico umano

aura

Il campo energetico umano è caratterizzato da sette livelli , a ciascuno dei quali corrspondono una frequenza di vibrazione specifica e una diversa configurazione di linee di forza intorno al corpo fisico ( le linee di forza congiungono i punti d’ uguale intensità del campo ) . Ai levelli dispari ( il primo , il terzo , il quinto e il settimo livello ) corrisponde un irraggiamento continuo e sfolgorante. dovuto a una sostanza unica, simile al plasma , che appare multicolore e densa. Ai livelli pari ( il secondo , il quarto e il sesto ), si manifesta la cosiddetta ” energia informe , dovuta a sostanze diverse : gassosa al secondo livello , fluida al quarto ,ed eterea al sesto ). L’armonia dei vari livelli , chiamati anche corpi energetici , è importante sia per la salute del corpo  sia per le nostre esperienze di vita generale : ai sette livelli del campo aurico , infatti corrispondono sette diversi livelli d’ esperienza .

* Primo livello :

Il primo livello è associato a tutte le sensazioni fisiche, piacevoli o dolorose. Ogni volta che proviamo dolore ricorrente, ciò è dovuto a una disfunzione del primo livello dell’ aura . Il primo livello è sottile e di colore chiaro.

* Secondo livello :

Il secondo livello è associato ai sentimenti e alle emzioni che proviamo nei nostri stessi confronti . Quando i nostri pensieri sono positivi , si manifestano a questo livello formazioni cromatiche  molto vivaci , dovute a masse d’ energia  nebulosa e colorata ; viceversa , i sentimenti negativi danno vita a formazioni cromatiche scure e opache , alle quali fa riscontro un ristagno energetico . Wilhelm Reich che dedicoò la sua vita allo studio dell’ energia vitale, o bioenergetica, chiamava l’ energia vitale attiva ” energia orgonica ” e l’ energia stagnante ” energia orgonica morta” . Le formazioni cromatiche scure del secondo livello del campo energetico umano creano ristagno anche nel corpo fisico ; intasano l’ organismo impedendogli di funzionare in modo equilibrato . Con il tempo , le energie stagnanti del secondo livello trasmettono la propia negatività al terzo , e via di seguito , innescando una sorta di reazione a catena capace di destabilizzare i sette centri energetici . Molte persone non permettono ai loro sentimenti di fluire liberamentee , in questo modo , creano ristagno; ciò vuol dire che il sogetto in questione non si accetta e non si piace. Wilhelm Reich definiva il ristagno energetico blocco emotivo e i problemi a questo connessi  peste emozionale.

* Terzo livello:

Questo livello è connesso con la sfera mentale e razionale . La sua natura è molto delicata, paragonabile alla trama di un velo sottilissimo. Le sue linee energetiche sono di colore giallo-limone chiaro , e la loro pulsazione determina fenomeni di fluorescenza cangiante. L’ integrità di questo livello energetico facilita le funzioni intellettive d’ apprendimento , l’ agilitàe la lucidità mentale . viceversa , un modo di pensare negativo rallenta il ritmo della sua pulsazione , (attaverso le cosidette” forme pensiero ” sono immagini mentali concretizzate- o ” precipitate” direbbero gli alchimisti -in forme visibili ). L’energia è in perenne movimento è vita. Se questo viene meno, è facile verificare il manifestarsi di forme depressive e stati d’ alterazione psichica.

*Quarto livello:

Il quarto livello aurico è legato al rapporto che intercorre tra noi , i nostri simli e tutto il creato : non importa se” l’ altro ”  è materia o energia , se apprtiene al regno animale o a quello vegetale . Il quarto livello comprende il nucleo d’ origine della sfera dei sentimenti verso il prossimp . La sua energia dev’ essere immaginata più densa , rispetto a quella degli altri centri energetici . Inoltre la sua cromaticità è multicolore . Il suo cattivo funzinamento produce una vibrazione di frequenza molto bassa , proveniente come del movemento di un fluido scuro e denso :e il muco che si accumula nelle via respiratorie , la sostanza aurica mucosa debilita l’ organismo , causando pesanteza ,dolori , capogiri e spossatezza. Questi sintomi col tempo si somatizzano, sviluppando questa o quella forma di malattia cronica.

* Quinto livello :

Il quinto livello energetico è associato alla volonta universale o matrice cosmica, che compendia il nostro bagaglio evolutivo . Alla sua vibrazione intensa corrisponde un infinità di sottili linee azzurre, pulsanti luce . Questo livello , che è in stretto contatto con il primo , governa la volontà : provengono , infatti, dalla zona energetica del quinto livello tutte le intuizioni che consentono il perfezionamento interiore. A un’ attenuazione dell’ intensità energetica del quinto livello corrisponde in ‘ alterazione dell’ equilibiro personale, un precipitare della vita nel caos e un prigressivo distacco dai valori umani .

* Sesto livello :

L’energia di questo livello , di frequenza molto alta, si manifesta con una luminosità opalescente , comprendente tutte le tonalità dellì iride . Il sesto centro aurico è connesso con la sfera spirituale : perciò il risveglio del senso del sacro , presente in ogni essere umano dipende da questo livello . una sua eventuale disfunzione genera fanatismo religioso , esaltazione spirituale e delirio mistico .

* Settimo livello:

Il settimo e ultimo livello aurico si manifesta come un insieme di raggi dorati : qui ha la sede lo scudo aurico , che regola le energie che entrano e fuoriescono dal campo vitale . Inoltre questo livello presiede alla conservazione dell’ energia : impedisce cioè alle energia negative di penetrare all’ interno dell’ aura vitale . Un eventuale disfunzione al settimo livello crea disordine alla struttura aurica e provoca l’ infiltrazioni di correnti negative , che alterano l’ equilibrio pischico , con possibile degenerazione dello sta patologico in turbe psicotiche molto gravi.

Stefano  Mayorca

Corpi sottili

AuraOltre al corpo fisico, materiale, tattile, percepibile in maniera univoca attraverso i sensi, l’uomo possiede altri corpi che risultano invisibili ad occhio nudo.

Questi “corpi” sono altrettanto importanti: lo avvolgono, lo abbracciano, lo “vestono” e lo compenetrano formando quella che viene chiamata comunemente “AURA”.

Dei cosiddetti corpi “sottili” il più vicino al corpo é il CORPO ETERICO, senza il quale il nostro corpo sarebbe inanimato.
Il corpo eterico é quello che più ci comunica l’energia che assorbe dall’universo, facendola scorrere in una fittissima rete di canali energetici – “meridiani”.

La dimensione, la forma, il colore e la densità del corpo eterico esprimono molto sullo stato di salute dì una persona.

Andando maggiormente verso l’esterno abbiamo il CORPO EMOTIVO o ASTRALE, che é formato dai nostri desideri e dalle nostre emozioni.
Il colore di quest’aura dipende dalle emozioni che proviamo e quindi variare in ogni attimo.
Moltissime volte é attraversato da vere e proprie scariche di energia, (quasi come fossero impercettibili scariche elettriche), che investono anche gli altri corpi, compreso quello fisico, con effetti sgradevoli e la cui portata dipende dall’intensità della scarica emozionale.

Il CORPO MENTALE invece organizza e reca supporto a tutti i processi di pensiero.

Il CORPO CAUSALE o SPIRITUALE infine rappresenta la coscienza individuale, l’anima, il più diretto contatto con il mondo spirituale: “CONOSCE” le motivazioni e gli scopi della nostra vita.
Tramite questo campo dell’aura una persona si collega dal piano divino al piano dell’unità passando quindi per il QUARTO chakra.

Prima di un trattamento Reiki è consigliabile perciò accarezzare l’aura della persona in modo tale da rilassarla.
La stessa procedura va fatto anche al termine del trattamento.
Esiste inoltre una tecnica per ottenere l’effetto opposto, ossia tonificare una persona che si trovi in un momento di crollo energetico: partendo dai piedi e risalendo verso l’alto.

Un mezzo di comunicazione fra i corpi sottili, l’universo e la Terra stessa é dato dal sistema dei “chakra”, che raccolgono l’energia vitale dalla riserva cosmica, la “raffinano” e la differenziano prima di distribuirla ai corpi sottili e a quello fisico.
II Reiki favorisce perciò l’apertura in modo dolce, armonico, ed equilibrato, nei confronti delle proprie esperienze e durante i trattamenti ad altri, affinando così il proprio “apprendimento”.

Spiegazione 6 ciakra

VI° chakra Ajna, “ove si realizza il comando”

imageÈ localizzato tra le sopracciglia, in mezzo alla fronte, nella posizione del terzo occhio.
Ajna, il chakra «dove si realizza il comando», appare come un loto di colore lunare, bianco splendente, con due petali con inscritte pure in bianco le lettere ha e ksha. Per taluni maestri il chakra si visualizza anche di colore viola.
Seguendo sempre la struttura proposta dal Samkhya, che vede associati i cinque elementi fondamentali dell’universo, terra, acqua, fuoco, aria ed etere/spazio, con i primi cinque chakra, in questo si ritrova la dimensione mentale sottile, il senso dell’ego e l’intelletto.
Come yantra troviamo il triangolo che chiaramente simboleggia la Shakti nella sua forma di yoni, «matrice» cosmica con inserito il lingam Itara, cioè Shiva nella sua forma fallica, fulgido come una serie di lampi, bianco cristallino e con tre occhi.
Vi è inscritto «aum», la mistica sillaba origine di tutti i mantra, coronata dalla nasalizzazione che appare come la fiamma di una lampada, che simboleggia l’anima intesa come puro intelletto, la buddhi del Samkhya, e illumina con il suo splendore citrini, la parte più interna della sushumna che qui sfocia.
La Shakti qui si proietta come Hakini, su un loto non più rosso ma bianco, evidente simbolo di pacificazione e purificazione bianca, con sei volti e tre occhi in ognuno di essi e sei braccia che recano in mano un rosario, un teschio, un tamburello e un libro e sono atteggiate nel gesto che dissipa la paura e in quello che elargisce doni.
E’ associata al midollo, sesto tessuto costitutivo del corpo umano secondo l’Ayurveda. Il settimo, lo sperma, viene collegato, ma non da tutti i maestri però, al chakra seguente.
L’attivazione di questo chakra coincide con l’apparizione di una luce abbacinante, una corrente luminosa che unisce muladhara a sahasrara, l’ultimo chakra che sovrasta ajna, e in questo bagliore si manifesta Paramasiva, il Supremo Signore nella sua piena potenza, sotto forma di hamsa nella candida e circolare regione della luna.

Ajna, uno che diviene due

imageÈ l’ultimo chakra collocato all’interno del corpo fisico.
E’ situato tra le sopracciglia, esattamente in mezzo alla fronte; il suo simbolo comprende un fiore a due petali: sul fiore di destra è rappresentato il sole, su quello di sinistra la luna oppure, più comunemente, due lettere sanscrite.
Nel fiore è inscritto un triangolo a punta in giù, che si congiunge con un lingam.
L’elemento è l’etere.
Il 2 è il numero della prima polarizzazione. Qui i due termini iniziali, virtuali, sono rappresentati coesistenti, sole e luna, e nell’atto di riunirsi: il lingam che letteralmente penetra il vertice del triangolo, la yoni, come per generare.
Ciò che è generato dal 2 è in primo luogo il 3, principio a sua volta ancora immanifesto, ma base e creatore di tutte le cose.
Conferma a questo proposito il Tao-te-ching: «Uno ha prodotto 2, 2 ha prodotto 3, 3 ha prodotto tutti i numeri», pertanto il 2 è il simbolo di tutte le dualità per cui esistiamo, così cielo e terra sono la polarizzazione dell’unità primordiale, il processo della manifestazione cosmica che implica la separazione in due metà dell’uovo del mondo.
«Io sono una che diviene due» ribadisce un’antica iscrizione egiziana, e nessuna cosa in effetti è concepibile senza che immediatamente si concepisca anche il suo contrario: due è maschile e femminile, luce e buio, manifesto e non manifesto, mortale e immortale, io e sé, bianco e nero, buono e cattivo. Yin e yang sono il perfetto simbolismo, anche grafico, di questa dualità implicita nell’esistenza.
E’ impossibile eliminare la dualità del pensiero perché, proprio a causa di questa dualità, esso esiste.
Il 2 esprime, perciò, l’archetipo di tutte le complementarità esistenti. E’ il simbolo, quindi, di tutte le dualità, ovvero di tutto ciò che è presente o può essere presente nel cosmo-microcosmo.
In questo senso qui risiede, dunque, il potere che sovrintende e dirige la possibilità di ogni manifestazione o non manifestazione del corpo e della mente, della materia e dello spirito. E’ il centro che dà il via, l’assoluta potenzialità, come dice il suo nome stesso, ajna, «centro del comando». Inoltre ajna, contenendo il germe di tutte le dualità, è anche implicitamente la possibilità di conoscerle a priori, avendole in sé come acquisizione diretta, prima ancora che si manifestino; cioè, per esteso, la possibilità di preveggenza, come d’altronde sembra confermare un altro nome che gli viene attribuito: «terzo occhio».
Il triangolo a punta in giù qui è senz’altro simbolo del femminile o volontà diretta verso la manifestazione, penetrato dal lingam maschile, o volontà diretta verso il non manifesto. Le due immagini costituiscono, a loro volta, uno dei simboli più presenti nell’immaginario umano della dualità che, fecondandosi, origina il tre e quindi «i mille esseri». L’india è veramente piena di tali immagini, yoni e lingam uniti, come a rammentare continuamente che tutto ciò che appare non è che un’infinita ripetizione e concretizzazione di questa prima virtuale polarità.
Questo chakra, letto attraverso alcuni dei suoi simboli, rappresenterebbe quindi la possibilità di sovrintendere a ciò che sta sotto come a ciò che sta sopra ovvero di autodeterminarsi; la possibilità di terminare il processo di individuazione, svincolandosi dal mondo esterno, cioè dall’apparenza delle separazioni, come conseguenza dell’acquisita capacità di superamento delle dualità (il due converge in uno) e dei cicli di morte—rinascita. La coscienza di questo chakra apre e fa cadere il «velo di maya», l’illusione delle apparenze del mondo.
Rappresenterebbe anche il potere di vedere-sapere ciò che non è ancora accaduto, ma sta per accadere.
Nel settore individuato da questo chakra si trovano il diencefalo e due ghiandole di importanza fondamentale per il controllo e la regolazione il tutto l’organismo: l’ipofisi e l’epifisi.
L’ipofisi pende circa al centro della parte inferiore dell’enfalo, al di sotto del terzo ventricolo, ed è accolta in una nicchia dell’osso sfenoide chiamata, a causa della sua forma, sella turcica.
E’ composta da due parti fondamentali, di derivazione ectodermica: la neuro—ipofisi, derivata dal pavimento del diencefalo (contiene un recesso del terzo ventricolo), e l’adeno-ipolisi, derivata dalla volta dello stomodeo, cioè dalla cavità buccale primitiva.
In alcune specie animali rimane, a testimonianza di questa derivazione e della primitiva sede di eliminazione del secreto ipofisario, un dotto di comunicazione tra l’ipofisi e la cavità buccale (in alcuni pesci; in alcuni rettili e uccelli rimane solo un cordone chiuso).
Queste ancestrali vie di comunicazione tra compartimenti del corpo, che nell’uomo appaiono completamente separati, costringono a riflettere sulle parole degli yogin che affermano di poter riattivare percorsi e comunicazioni all’interno del corpo, normalmente chiusi.
Gli ormoni dell’adeno-ipofisi sono STH-ormone della crescita; TSH-ormone che stimola la tiroide; ACTH-ormone che stimola il corticosurrene; FSH-ormone che stimola la crescita del follicolo ovarico; LH-ormone che stimola il corpo luteo (nei maschi le cellule interstiziali); PRL-ormone che stimola la lattazzione. L’ormone della parte intermedia è l’MSH-ormone melanocito stimolante (regola la pigmentazione della pelle).
La neuro-ipofisi non sintetizza ormoni, ma accumula e libera i neuro-secreti accumulati dall’ipotalamo; i più importanti sono l’ossitocina, che stimola le contrazioni uterine e la fuoriuscita del latte dalla mammella, e la vasopressina, che stimola il riassorbimento dell’acqua nel rene.
Come si vede, l’ipofisi controlla tutto l’organismo, perché controlla le ghiandole endocrine. Ciò che avviene nel sistema diencefalo-ipofisario prefigura, quindi, le modificazioni corporee o psichiche che si manifesteranno nell’individuo. Una disfunzione di questo sistema comporterà, pertanto, uno squilibrio in tutte le funzioni psico-fisiche dell’individuo.
Osservando il ruolo dell’ipofisi nell’organismo possiamo dire, servendoci di un linguaggio figurato ma attinente alla realtà, che questa ghiandola (o meglio, il sistema diencefalo-ipofisario) rappresenta «l’ordine costituito», la «regalità» che governa, la capacità di prefigurare, proiettarsi, integrare, controllare tutte le funzioni del corpo, ovvero, per lo yoga, ciò che esiste nel «microcosmo».
Se nella tradizione orientale dello yoga ajna è «il centro del comando», nella tradizione alchemica occidentale ritroviamo l’ipofìsi simboleggiata da Giove, il re degli Dei, colui che dispone e e controlla l’operato di tutti al di sotto di lui.
D’altra parte la mitologia greca ci ricorda che Giove è a sua volta figlio di Saturno, il primo dio nato, l’Antico dei giorni, la forza costringente, il determinismo, colui che costringe gli spazi liberi e luminosi nella scura materia. Nella tradizione alchemica, questo dio primigenio è posto a simbolo di un’altra ghiandola che si trova nella sfera di influenza dell’ajna chakra e a cui forse meglio ancora si adatta l’attributo di «terzo occhio», l’epifisi, piccola ghiandola a forma di pigna di meno di 1 cm. di lunghezza e 150 gr. di peso, situata a livello della parete posteriore del terzo ventricolo, a cui è collegata tramite un peduncolo, come l’ipofisi.
L’organo pineale sembra, quindi, che rappresentasse un occhio dorsale filogeneticamente molto antico. Risalendo la scala evolutiva, al di sopra degli anfibi la pineale diviene essenzialmente ghiandolare, sebbene rimangano cellule sensitive ancora poco conosciute, e l’ormone principale da essa prodotto è la melatonina che viene secreta ritmicamente seguendo i cicli luce-buio dell’ambiente esterno, anche se la ghiandola non è più in contatto diretto con la fonte esterna di luce (ad esempio, nell’uomo).
E’ come se la sua funzione visiva, prima diretta, fosse stata in grado di interiorizzarsi.
La pineale riceve, infatti, un’innervazione afferente dal ganglio cervicale superiore del simpatico, a sua volta collegato all’occhio.
La percezione del buio provoca sintesi di melatonina che, inducendo l’aggregazione dei granuli di melanina nella cute, schiarisce la pelle.
La luce, invece, diminuisce gli impulsi nervosi del simpatico e blocca la sintesi di ormone: bastano pochi minuti di esposizione a una luce brillante perché si determini una caduta dei livelli circolanti di melatonina.
L’integrità di questa via è indispensabile per l’attività della ghiandola. Seguendo i ritmi luce-buio, l’epifisi infatti si sincronizza e sincronizza tutto l’organismo sui ritmi del giorno e della notte, delle stagioni ecc., cioè sui ritmi del macrocosmo che la circonda.
L’epifisi sarebbe perciò un «sincronizzatore» interno-esterno, una guida della struttura temporale dell’organismo: indipendentemente dalla visione, l’organismo sa se è giorno o notte o in quale periodo dell’anno siamo.
L’epifisi, contemporaneamente, detta il ritmo delle «stagioni» interne: diminuisce la melatonina nella pubertà, durante l’ovulazione, in menopausa, nella vecchiaia. Tutto ciò attraverso una trasformazione dell’impulso luminoso che, materializzandosi, diviene impulso ormonale.
Luce, impulso nervoso, epifisi, ormone: la funzione coagulante di Saturno degli alchimisti…..il terzo occhio dell’Oriente.
Allo stato attuale della ricerca, i bioritmi epifisari sembrano controllare il tono dell’umore, l’equilibrio ormonale, l’equilibrio immunitario e sembrano avere azione antistress. In sintesi, le funzioni organiche corrispondenti a questo chakra sono il controllo sull’equilibrio dell’intero psico—soma, il controllo della capacità di autoriconoscimento o mantenimento dell’integrità della propria individualità, l’interiorizzazione di capacità visive prima dirette all’esterno, con maggiore possibilità di autoregolazione e autosincronizzazione.
Come sempre, troviamo una corrispondenza tra il simbolismo del chakra e le funzioni degli organi compresi nella sua ruota.
Se le funzioni sono queste, ancor più si comprende come l’apertura di questo chakra permetta di avere la coscienza e il controllo sull’intero microcosmo umano, di sollevare il velo di maya, le illusioni, liberando l’individuo dallo «spettro del drago uroborico», cioè l’incoscienza totale, che sempre tenta di riassorbirlo in sé.

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Tavola riassuntiva di Ajna

Funzione Psicologica Capacità di mettere in pratica le idee, di comprendere e visualizzare i concetti mentali
Associazione Sensoriale Tutti, e le Percezioni Extrasensoriali
Sistemi  Associati Parte inferiore del cervello, occhi
Nervi Plesso Carotideo
Ghiandole Ipofisi
Elementi Luce
Colori Indaco
Nota Musicale La
Cristallo Tutte le pietre indaco/viola, in particolare l’Ametista, la Fluorite
Profumo Menta, Mirra
Bijamantra Aum

Cosa sono i ciakra e a cosa servono

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I chakra sono dei vortici di energia che hanno la funzione di assorbire l’energia universale per alimentare i vari livelli del campo energetico, collegarli con il corpo fisico, e rilasciare energia all’esterno.
Chakra è una parola sanscrita, appartenente all’antichissima India, con diverse traduzioni che rimandano sempre al significato di una “forma circolare” : cerchio, ruota, vortice, o movimento energetico che si allarga a spirale Bindhu, ossia punto da cui tutto parte e a cui tutto torna.
I chakra vengono anche chiamati Padma, cioè loto, spesso infatti sono rappresentati come fiori di loto chiusi, semichiusi, o aperti, con differenti numeri di petali che aumentano mano a mano che salgono verso l’alto, e che possono essere rivolti verso il basso, cioè verso la Terra, o verso l’alto, cioè verso il Cielo, a secondo il livello di coscienza raggiunto dalla persona che li riscopre e di conseguenza agisce.
Quando il chakra è aperto, l’energia fluisce liberamente penetrando tutti gli strati dell’aura, quando invece il chakra è chiuso, o bloccato, l’energia trova un ostacolo e non penetra: in quel punto avremo uno squilibrio a livello fisico, o a livello mentale e spirituale, o addirittura anche ad entrambi.
Il loro buon funzionamento è assai importante, poiché essi influenzano sia la psiche sia il fisico; un flusso squilibrato di energia può causare disturbi od alterazioni dì carattere psicologico con consequenziale insorgenza di diverse patologie a livello fisico.

settimo chakra

sesto  chakra

quinto chakra

quarto chakra

terzo chakra

secondo chakra

primo chakra

SAHASRARA

AJNA

VISHUDDHA

ANAHATA

MANIPURA

SVADHISHTHANA

MULADHARA

I principali chakra sono 7, e sono composti di un vortice anteriore ed uno posteriore fatta però eccezione per il primo ed il settimo chakra, che invece sono singoli.
Quasi tutti “vedono” e “sentono” i chakra come degli imbuti che roteano e contemporaneamente fanno scorrere l’Energia avanti ed indietro. Ecco perché nell’iconografia orientale (ma anche in quella occidentale) essi sono sempre stati rappresentati così.

Abbiamo detto che i sette chakra principali sono tutti doppi, hanno cioè una corrispondenza posteriore al loro aspetto anteriore, fatta però eccezione per il primo ed il settimo chakra, che invece sono singoli. Dal Secondo al Quinto chakra, l’aspetto anteriore si relaziona con i sentimenti e con le emozioni, mentre quello posteriore con la volontà. Per quanto riguarda il Sesto (anteriore e posteriore) ed il Settimo, la correlazione è con la mente e la ragione. Il Primo ed il Settimo chakra hanno inoltre l’importantissima funzione di collegamento per l’essere umano: essendo i chakra più esterni del canale energetico, essi hanno la caratteristica di relazionare l’uomo con l’universo da un lato e con la terra dall’altro.
Il perfetto funzionamento del sistema energetico è sinonimo di buona salute e, di conseguenza, la totale apertura di tutti i chakra consente di raggiungere quel livello energetico che i grandi maestri orientali chiamano “Illuminazione”.
Per “aprire” i chakra esistono molte tecniche diverse, perché diverse sono le persone ed il loro stato di coscienza.
Sono perlopiù basate, sulla meditazione, sulle pietre e i cristalli, su esercizi e movimenti fisici, sul massaggio, sui colori, sugli aromi. Ogni chakra sovrintende a determinati organi ed ha particolari funzioni a livello emotivo, psichico e spirituale.